L'esame di terza

Questa mattina mio figlio Alberto ha la prova orale per l’esame di terza media.

Lo sappiamo che a 13 anni, i ragazzi, sono ancora una strana miscela tra bambini e ragazzotti e che l’esame non è certo difficile.
Ma è anche vero che ogni prova è dimensionata per l’età.... e che per un ragazzino, l’esame di terza media, è la prima vera prova scolastica.

Alberto in questa occasione ha già imparato che la legge di Murphy esiste veramente. Era convinto che non lo interrogassero tra i primi e che poteva prepararsi con più tranquillità durante il fine settimana ed invece oggi è li.. nel primo gruppo di studenti del primo giorno degli orali. Che stress!!!! Ieri sera tutta la famiglia era unita ed impegnata a stampare tesine e controllare i quaderni. Che stanchezza!!!!

Questa mattina si è svegliato e ha chiesto a sua madre se poteva mettersi qualcosa di più elegante, voleva una camicia bianca. Si è vestito, ha preparato lo zaino ed è partito convinto.

Sulla porta, sua madre ed io, eravamo pronti per dargli gli ultimi consigli. Lui ci ha guardato, ha sorriso è ha pronunciato una semplice ed efficace frase “La finite di rompere!!! Andrà tutto bene state tranquilli…”.

Ora io sono qui che aspetto e non vedo l’ora di vederlo arrivare. Sono preoccupato! Chissà se è andata bene o se arriverà con le lacrime agli occhi?… non lo so!!! So solo che neppure quando dovevo affrontare i peggiori esami dell’università mi sentivo tanto nervoso.

Adesso, mentre lo aspetto, penso a mio padre e al giorno della mia laurea. Era lì all’inizio non parlava, ma dopo l’esposizione della tesi di laurea, mentre tutti festeggiavamo nell’atrio davanti alla classe, lui era lì sorrideva e diceva frasi senza molto senso. Mia madre invece non parlava. Sorrideva e basta.
Erano lì tutti e due sorridenti e felicemente emozionati.

Ricordo che provai un forte senso di tenerezza nei loro confronti. Tenerezza e gratitudine erano i due sentimenti che attraversavano il mio corpo.

Quel giorno stava cominciando una nuova fase della mia vita. Ero pronto e avevo voglia di cambiare il mondo per questo motivo credo che i sentimenti dei miei genitori non fossero la mia principale priorità e il loro sorriso è rimasto nei miei ricordi e nelle vecchie fotografie di quella giornata.

Ricordi e fotografie...Le tipiche cose che di solito si chiudono nei casetti della memoria e nei cassetti degli armadi.

Oggi sono qui che aspetto Alberto, mi sento stanco e sono preoccupato. Spero che possa ottenere ciò che vuole e che torni a casa spavaldo e sorridente.

Intanto, aspetto e penso a mio padre ed a mia madre, penso a quanto mi abbiano sostenuto, a quanto mi abbiano voluto bene.
In quegli anni la mia vita correva verso il futuro. Io crescevo, mi divertivo e pensavo “ma perché si preoccupano tanto?”.

Adesso sono io che aspetto mio figlio. Lui, sicuramente, mi considererà solo un papà un po’ troppo stressato…

La cosa è veramente divertente. La vita è divertente e la sua ciclicità infallibile.

La vita va avanti e non si ferma...ma in questo piccolo momento, sono qui preoccupato e spero solo che lui torni presto… anche perché la curiosità di sapere come è andata mi sta rendendo nervoso!!!!

Opps… suona il citofono.. vado!!!!!! sul mio viso è già stampato il sorriso inebetito da papà preoccupato .... avanti così

QUANTO COSTA UNA BIRRA?

Ogni volta che entro in una casetta o club o baracca di una squadra di rugby... prendo una birra e non penso al prezzo.. so che quello che pago serve per il club.. per i palloni, per le maglie, per i copripali, per la bolletta della luce... eppure c'è sempre qualcuno che si lamenta del prezzo, come se fosse in un locale del centro.

Prendere una birra in un club è un'offerta, un gesto di sostegno... io quando posso ne bevo almeno 3 o 4... solo per sostenere la squadra che mi ospita..(e come scusa per alcolizzarmi ..hahahaha)... 

Ma so benissimo che i miei pochi soldi serviranno per le under 10,12,14,16 e 18..... serviranno per far SOPRAVVIVERE il club.

Ciò che mi dà fastidio è sentire persone che si lamentano del prezzo..che si portano la birra e la salamella da casa.. che vanno alla pizzeria più vicina perchè costa meno... che non capiscono che la birra in un club di rugby ha sempre un prezzo minimo ma non ha mai un prezzo massimo...

La tristezza è che molte di queste persone ti vendono, con le parole, la "filosofia del Rugby" ad un prezzo molto più alto della birra che trovi in baracca...

Peccato...

LA VITTORIA NON È UN OBIETTIVO

La vittoria non è un obiettivo.
Giocare bene e al meglio è un obiettivo... farlo per tutta la partita è un obiettivo... avere il fisico allenato per farlo è un obiettivo... avere la capacità tecnica adeguata è un obiettivo.. avere una strategia di gioco è un obiettivo.

La vittoria è il risultato che ci conferma che i nostri obiettivi sono stati raggiunti

Quando credi che la vittoria sia l'obiettivo possono succedere cose negative, ecco alcuni esempi:
Durante una partita pensi di aver già vinto perchè il risultato è a tuo favore. Pensi di aver già raggiunto il tuo obiettivo. Al quel punto smetti di lottare e l'avversario prima pareggia e poi spinto dalla voglia di vincere ti sconfigge..

Se prepari una squadra con l'obiettivo di vincere e non di giocare bene.. finisci per fare il selezionatore. Non ottieni una squadra con un livello alto di gioco nel suo complesso ma la sua forza si baserà solo sulle qualità di alcuni dei giocatori fondamentali.

Se questi giocatori però mancano o non "sono in giornata" o infortunati il rischio di sconfitta è alto. Inoltre puntare solo su chi ti fa vincere non ti consentirà mai di avere una squadra unita e con la mentalità vincente, ma avrai solo giocatori che non collaborano come gruppo.

Dopo le prime sconfitte potranno nascere dissapori, malumori, accuse, sensi di colpa ed invidie. Atteggiamenti che si riperquoteranno sul gruppo, sulla squadra e quindi sui risultati.

Penso, quindi, che la vittoria non sia un obiettivo ma è il risultato del nostro lavoro. Se lavoremo bene, ci concentreremo, ci impegneremo al massimo senza perdere energia pensando solo al risultato.. allora, avremo grandi possibilità di essere premiati con una vittoria.

Non so se quello che ho scritto sia giusto...ma continuo a pensarci..

LA BORSA DELLA MIA PICCOLA JULIA

Sembrava una serata normale. Un lunedì come tanti altri. Aveva piovuto tutto il giorno e giocare a rugby dopo una forte pioggia è qualcosa di veramente divertente e particolare.

Sono arrivato al campo e con noi si allenavano i Babbyons, un’altra squadra di vecchi sognatori. Una compagine di brontoloni e sovrappeso, proprio come noi. E proprio come noi, dopo le dure e fangose fatiche si sono scofanati la cena di rito.. birra, rum e limoncello compresi…

Un bell’allenamento nessuno si è fatto male. 

Unica nota triste riguardava la mia scarpa destra, che a quattro minuti dalla fine ha deciso di passare a miglior vita… R.I.P. 

Mi dispiace molto per lei, ma la vita ha sempre un punto di inizio e un punto finale… e lei, ieri sera, ha seguito la via del suo destino…

La serata è andata bene e tutto è scivolato lentamente sino alla mezza notte. Poi , con un po’ di rammarico per la mia scarpa destra, sono tornato a casa…

L’umore non era al massimo. Nulla di tremendo ma è sempre brutto buttare le scarpe. Le scarpe da gioco ti ricordano sempre qualche cosa e quando arriva il momento di abbandonarle nel bidone della spazzatura, lo si fa sempre con un leggero senso di colpa e con un poco di malinconia. 

E poi, le scarpe, le devi buttare tutte e due, anche se in realtà se ne rompe sempre una sola…Ma sacrifichi la coppia, solo perché una non ha retto. Non è riuscita a resistere alle difficoltà…

È come in amore.. se uno dei due si rompe, tutto è finito, tutto è morto. Tanto vale non pensarci troppo e gettare tutto nella spazzatura.

Ed è quello che ho fatto prima di tornare a casa.

Ma ieri sera, quando sono rientrato, provavo una sensazione particolare come se qualcosa dovesse cambiare. Ma non erano le scarpe, era qualcos’altro. 

Eppure sembrava tutto normale. il silenzio ed il buio erano i protagonisti principali. Tutti dormivano.
Come tutte le sere post allenamento ho ripetuto come un automa gli stessi semplici gesti che faccio ogni lunedì ed ogni giovedì..
Apro la porta con estrema attenzione, accendo la luce del salone ma non quella del corridoio.. entro in cucina apro il frigorifero e mangio la prima cosa colorata che trovo. Poi mi dirigo con sicurezza verso il bagno “grande”. 

È li dove lascio le mie fangose tenute, è li che abbandono le mie mutande ed i miei calzettoni… è li che lascio la mia borsa.

La mia borsa ha un suo posto preciso… riconosciuto e rispettato da tutti i membri della famiglia. Tutti sanno che l’angolo in fondo a sinistra del bagno grande , tra il water ed il bidet, è lo spazio della mia borsa.
È uno spazio tridimensionalmente perfetto. Lo è da anni, molti anni. Anzi, da sempre.. da prima che costruissero la casa e da prima chi io nascessi. Non esistono altri posti dove metterla. La mia borsa va lì.. Nell’angolo in fondo a sinistra, tra il water ed il bidet, del bagno grande.

È un dogma. Non ha una giustificazione scientifica.. va li è basta! Quello è lo spazio della mia borsa, o lo accetti o sei un eretico!!!.. 

Ma a volte le cose cambiano ed anche i dogmi vengo messi in discussione, e qualcuno o qualcosa, ieri sera aveva deciso di sfatare un mito. Il posto della mia borsa era occupato!

“Ma chi cazzo ha messo un’altra borsa nel mio posto????” 

Una borsa azzurra con una grande scritta bianca…Era lì, nel mio posto, nel posto della mia amata borsa nera!!

Ero sorpreso, sconcertato, affranto, deluso, adirato…

Ho immediatamente cercato di focalizzare la scritta e di capire chi aveva osato tanto.. Poi, vista l’età che avanza e la vista invece diminuisce, ho inforcato gli occhiali.

Una scritta a caratteri cubitali indicava chiaramente il colpevole. “VOLLEY AUDAX” la squadra di pallavolo di mia figlia Julia.

“Cakkio è la borsa di Julia, della mia piccolina..!” “ Finalmente è da quattro anni che sogna di avere quella borsa. È da quattro lunghi anni che aspetta la felpa e la divisa di gioco…!”

Lo sappiamo tutti in famiglia, che a quelle del minivolley, gli danno solo le t-shirt.. 

Solo alle “grandi”, quelle che giocano le partite, gli danno la borsa.. e Julia finalmente ha raggiunto il suo sogno. “Ma quanto sono felice!!!!” , “ La mia piccolina ha finalmente la borsa sportiva..” WAOOOO!!!!

Si ma quello è il mio posto!!! Lo è da sempre. Quindi questo è un problema da risolvere 

OK domani parlerò con lei, ci organizziamo e vediamo dove mettere la sua borsa. Al limite sono disposto ad una breve trattativa. Potrei riconquistare il sito con un hamburger o una ricarica da 5 euro. 

Devo riavere il mio spazio…Troppe volte sono tornato con la mia borsa a casa e questo non posso dimenticarlo. 

A volte l’ho gettata con rabbia, altre ero così stanco o dolorante da appoggiarmi alla vasca da bagno mentre la svuotavo, altre ancora ero pieno di gioia e soddisfazione e non posso dimenticare le volte che ero così ubriaco di sport e birra che ho dormito con lei abbracciandola… insieme sul pavimento del bagno grande. Stretti come due amanti fedigrafi 

Non so se sia stata la coscienza o qualche strano fenomeno paranormale, ma di colpo sentì una dolce voce che mi ripeteva “Ma cosa dici Idiota!!! …” “Non è più il momento della tua borsa..”

Inizialmente facevo finta di non sentire ma quella alienante frase rimbombava sempre di più nel mio cervello.
Ero stordito. Ho appoggiato le spalle al muro e mi sono visto riflesso nello specchio… Stranamente non avevo il volto pieno di rabbia, anzi, i miei occhi emanavano felicità. 

Non capivo, ero confuso e continuavo a guardarmi allo specchio…

Ma è risaputo che a volte il corpo parla più dell’anima. Invece, è l’anima che spesso non vuole ascoltare… e questo ci spaventa.

Fortunatamente dopo pochi minuti la mia anima e il mio corpo hanno ritrovato il loro universale equilibrio ed io ho cominciato a pensare…

“E si Fiore” “l’angolo in fondo a sinistra, tra il water ed il bidet non è più per te ma è per Julia o per suo fratello Alberto..”. 

Ma Alberto, che è più grandicello, non aveva mai messo la borsa nel mio posto. Forse perché a lui piace lo sport e basta. Le borse e le divise gli interessano poco, quindi, non mi aveva mai dato problemi. Ed io a questa cosa delle borse, non ci avevo mai pensato prima.

“E si Fiore… l’angolo in fondo a sinistra, tra il water ed il bidet non è più per te è per loro… “

Sono loro che devono sognare la maglia azzurra come l’hai sognata tu. Devono sognare le vittorie, devono imparare che lo sport, qualsiasi sport, è fantasticamente emozionante. Quando si vince, quando si festeggia nello spogliatoio, quando si va in trasferta. Ma è fantasticamente emozionante anche quando è faticoso, anche quando è difficile ed anche quando si perde in modo umiliante… Lo sport è sempre bello 

Cominci da ragazzo e con il tempo diventa parte della tua vita e quando arriva il giorno in cui capisci che la maglia azzurra non la vestirai mai… scopri che non è poi così importante essere un campione.
L’importante è avere una borsa e la voglia di muoversi, giocare, stare insieme ai compagni, condividere con loro vittorie e sconfitte.

Certo questo sentimento non ha età. Ed io all’alba dei miei cinquant’anni sogno ancora… non mi sento “vecchio” e credo che finche farò sport non lo sarò mai…

Ma la borsa di Julia è li a ricordarmi che, anche ai sogni, bisogna dare delle priorità.. Ed ora tocca a loro! tocca a i loro sogni. È il loro turno. Comincia lo loro partita.

Io continuerò a giocare, a sognare e fare sport. Almeno sino a quando non mi romperò come la mia vecchia scarpa.. 

Malinconia e felicità si miscelavano nel mio cervello come un cocktail di quelli che sa fare solo Sergione..Un mix di sapori forti accompagnati da quella leggera scarica alcolica che ti solidifica il midollo e ti raddrizza la schiena.

Mi sono seduto sul bordo della vasca, ho aperto la borsa di Julia e preso tra le mani la sua maglia di gioco.
È azzurra ed ha il numero 85. Cavoli in nell’85 ero militare.

Volevo piangere.. ma non sapevo se farlo per la gioia di vedere i miei ragazzi crescere o per la malinconica consapevolezza che la vita avanza. 

Alla fine ho capito che alle 2 di notte, stare seduto sul bordo della vasca da bagno a fissare una maglietta di pallavolo, non è un comportamento da persona molto “matura”.

Mi sono alzato, ho riposto la maglietta numero 85 nella borsa di Julia. Poi ho adagiato la mia amata borsa nera nella vasca e sono andato a letto.

In volto avevo un sorriso stancamente ebete e un solo pensiero vagava nella mia testa.

“E si Fiore” “È arrivato il momento di cercare un nuovo posto per la mia borsa… o di comprare una casa più grande”. 

Ma adesso è meglio riposare. Domani dovrò prendere una decisione importante.

Fiore 21
Ps: comunque le scarpe le ricompro e continuo a giocare.

RUGBY….ANCHE QUEST’ANNO???? NOOOOOO!!!! SIIIIIII!!!!

Tutto ritorna. Finisce agosto, le ferie, i viaggi e ci si prepara alla rutine quotidiana.

Questa mattina ero in macchina e sono passato davanti a un campo da Rugby. Ho rallentato, lanciando uno sguardo veloce al prato e rapidamente un pensiero mi è scivolato tra le orecchie e la fronte… “I campi sono ok” …”Perfetto si può ricominciare.”

E si!!!...Come tutti gli anni finisce agosto e ricomincia il Rugby. In pochi giorni saremo tutti nuovamente al campo.

Torneranno i ragazzi delle prime squadre e quelli dell’under 18, della 16 e della 14, i bambini della 12, della 10, della 8 e della 6… Torneranno i veterani delle sqadre Old e le bellissime donne del rugby femminile…Torneranno tutti

Qualche giocatore arriverà con un nuovo tatuaggio sul polpaccio, qualcuno con il diploma di geometra o la laurea in economia, qualcuno con la nuova fidanzata, altri con lo scooter appena comprato.

I bambini torneranno a correre in campo, a far casino nella club house e a dimenticare almeno una scarpa nello spogliatoio…

Alcuni giocatori saranno pronti e motivati, altri un po’ meno… li frena “quel maledetto dolore alla spalla“, “l’ultima stagione andata male”, “l’allenatore vecchio stile che è ancora li”… Sono tanti i motivi che a volte ci frenano… Ma a fine agosto non si riesce a stare lontani dal campo e dalla squadra.

Nei prossimi giorni la palla ovale ricomincerà a volare e i giocatori a sudare. Certo nelle prime settimane sarà dura fare le scale dopo gli allenamenti e le prime corse in campo saranno un tormento.

Ma si ricomincia....Il rugby anche quest'anno riparte!!! Tutto e tutti sono pronti per una nuova stagione.

Torneranno i presidenti….che, non si sa come, ma anche quest’anno sono riusciti a riaprire il campo. Dove abbiano trovato i soldi e come li abbiano trovati è, e rimarrà sempre, uno dei segreti di questo sport. Ma loro ci riescono!!! Luci accese, acqua calda, palloni e magari le maglie nuove.

Torneranno i gentiluomini che vendono birre e patatine al bar della club house e poi lavano gli spogliatoi, tirano le linee del campo, falciano l’erba, riparano le docce, aggiustano il cancello, ti danno il ghiaccio per le botte, sgridano i bambini più piccoli quando non si lavano le scarpe ma anche gli old che alzano la voce quando hanno bevuto troppo.

Torneranno gli allenatori e gli accompagnatori, con i cronometri , i fischietti, le lavagne…Indosseranno le loro tute con il cappuccio, posizioneranno i cinesini in campo, consegneranno i palloni e tutto avrà nuovamente inizio

Torneranno gli Old che si sono impegnati tutta l’estate per dimagrire. ma senza successo… Litigheranno con il presidente, con i consiglieri, con gli allenatori… correranno nel campo per un po’ e poi si scofaneranno 8 kg di pasta alla carbonara e 20 ettolitri di birra…Ma il sabato, anche se brontolando, saranno tutti presenti per montare la nuova tettoia della tribuna.

Torneranno i papà che passano ore a bordo campo o fuori lo spogliatoio.. sino al congelamento degli alluci e della punta delle orecchie.. I papà che si sparano 25.000 km all’anno per le trasferte…I papà che da dietro la griglia delle salamelle cercano di seguire la partita… I papà che pensano “se avessi scoperto prima il rugby sarei stato un ottimo mediano”… I papà che quest’anno si aggregheranno agli Old. “Così ci provo anch’io…”

Torneranno anche le fantastiche mamme dell’Under 6, 8, 12, 14, 16, 18… Sono tutte bellissime le mamme del rugby!!!

Sono capaci, contemporaneamente, di tagliare 200 panini, friggere quintali di patatine, cuocere 300 piatti di pasta, litigare con il cuoco della Old e nel contempo gridare ai figli di non uscire in mutande dallo spogliatoio…”TI HO DETTO CHE CI SONO ZERO GRADI E FA FREDDOOO””..

Le mamme del rugby sono tutte belle e hanno anche un qualcosa di leggermente erotico…È difficile non rimanere ammaliati quando, porgendoti il panino di rito, ti guardano negli occhi e con un sorriso sensuale ti dicono “Vuoi la senape sulla salamella ?”…Wawoooooo!!!!

In un torneo in Veneto arrivai a mangiare 21 salamelle pur di riascoltare quella frase pronunciata da una prorompete signora dalla chioma rossa e il seno enorme!!! inoltre...IO ODIO LA SENAPE!!!!

Torneranno tutti… o quasi..

Qualcuno non tornerà, qualcuno quest’estate ha deciso di smettere…il lavoro, il ginocchio, la fidanzata stitica, la scuola, la tesi… o semplicemente la voglia di fermarsi.. “solo per un po’” …poi si vedrà.

Qualcuno smetterà di giocare senza sapere il perché… Ma questa è la vita. E nella vita anche gli amori più grandi hanno bisogno di pause, più o meno brevi.

Ma per tanti che abbandoneranno altri arriveranno!!!

Ragazzini festanti e un po’ spaventati, adolescenti che vogliono provare, mamme preoccupate, papà timidi…

Persone che, senza saperlo, si stanno avvicinando ad un mondo nuovo. Loro non sanno ancora che scopriranno un diverso modo di vedere la vita e di condividerla con un gruppo…con una squadra.. Tutti insieme tra botte, fango, birra, amicizia e lealtà …

Questa mattina ero in macchina e sono passato davanti a un campo da Rugby….. Ho rallentato lanciando uno sguardo veloce al prato…

In un attimo sono stato avvolto da un dolce e affascinante profumo in cui si fondevano l’odore di erba bagnata, il fetore dello spogliatoio e l’acre sapore della griglia per le salamelle…Di colpo ho desiderato intensamente un enorme birra ghiacciata ma nel contempo una leggera fitta alla spalla destra mi ricordava una partita della stagione scorsa… Non importa…il dolore passerà, ma la passione no..

Raramente felicità e dolore si uniscono… ma questa mattina, quando ho rivisto il campo e pensato agli amici, alla “gente del rugby” mi sono sentito serenamente bene…

Questa è l’ultima settimana di agosto , le vacanze finiscono ma per fortuna il Rugby ritorna…

Un moto continuo, che si ripete annualmente nel tempo come la terra che continua a girare... sempre, tutti i giorni e tutti gli anni… E se la terra non è proprio rotonda, ma ovale… un motivo ci sarà!!!!

BUONA STAGIONE 2014/15 A TUTTI!!!!

LO SCALPO DI TONIO

Tonio era arrabbiato, disperato, furioso...Aveva scoperto che la moglie lo tradiva...

Lui era di origine meridionale e credeva fermamente nel ruolo dell'uomo e della donna. Ma soprattutto credeva nel matrimonio e nell’impegno politico...

Tonio aveva poche “certezze” il Partito, L’amore della Tina e La Mazza...

Pensava che gli altri fossero come lui...era convinto che per vivere fosse indispensabile avere delle “certezze” , dei punti saldi… Avere “UNA MORALE ETICO POLITICA”

Certo anche lui una volta aveva vacillato ed era entrato con degli ex compagni di leva (attivisti della democrazia cristiana)  in un night club sulla S.S. 11 PADANA SUPERIORE.. il “CLUB LA NOTTE BLU” .
Ma lui, La Tina, non l'aveva mai tradita.. non era andato con una di quelle signorine.

La sera, quando si coricava, se il suo cervello volava con la fantasia alla notte del night, perdeva il sonno dal senso di colpa..

Eppure erano passati 27 anni 3 mesi e due giorni...e in fin dei conti non aveva fatto nulla di male...Ma si sentiva, comunque, in colpa.

Si sentiva in colpa, con il partito,  perché entrare in uno di quei locali era da uomo di destra o da americano imperialista e si sentiva in colpa con La Tina, perché a lei non sarebbe piaciuto.

Questa cosa del night lo faceva soffrire perché aveva capito che in un night si può perdere facilmente la propria linea morale, e questo distrugge tutte “certezze” . La sola idea di tornare in quel luogo lo spaventava.

Tonio era uno uomo tutto di un pezzo...che picchiava la mazza tutto il giorno e che per il partito aveva sacrificato giornate intere a montare stand e tendoni per le feste dell'UNITA'.

Anche per La Tina si era sacrificato... mai un caffè, mai una sigaretta o un digestivo... tutti i soldi a casa.. per lei, per farla felice.

La Tina era veramente bella, alta e con un fisico asciutto. Due enormi occhi verdi e una liscia chioma castana..  La domenica passeggiavano lungo la via principale e lui, tenendola fiero sottobraccio, guardava gli altri uomini e con orgoglio sorrideva...

Certo non era più come quando erano due giovani fidanzati ed andavano a ballare a Garlasco... e qualche volta il Tonio pensava alla Morena, quella veneta dal culo stupendo che lavorava al magazzino 2, quello delle mazze e degli attrezzi…. Ma erano solo pensieri, nulla di più.

Anche il partito non era più quello di un tempo.. dalla Rivoluzione si era passati alla Comunicazione.. Dal “Dobbiamo svegliare le masse” al  “Promettiamo di abbassare le tasse”…ma ormai si era abituato all'idea di un mondo senza una Rossa Primavera ...le bastava avere un posto a tempo indeterminato e una pensione sicura.

La sua vita era semplice... Ogni giorno si svegliava ed andava in fabbrica e poi la sera era sempre presente alla sezione di partito per organizzare  tornei di scopa, manifestazioni e dibattiti.

Non era una vita semplice, ma tutto sommato non era male.. e poi se si sentiva triste o preoccupato non faceva null’altro che aggrapparsi alle sue poche certezze..

Il Partito, L’amore della Tina e la Mazza

Fino a quando, un martedì di  settembre, non cominciò ad arrivare quel maledetto Ovaiolo...

Da allora tutti i martedì mattina, l'Ovaiolo, scendeva in città  dalle valli della pedemontana, con il suo Apecar carenato... ed al megafono gridava... “Buongiooorno donneee è arriiiiivatttoooo l'Ovaiolo!!!!”  “Coraggio Donne è qui per voi l'OoooooVAaaaaIOLoooooo !!!!”

Le uova non erano male e La Tina aveva cominciato a comprarle... Lei comprava le uova e l’Ovaiolo sorrideva e gliele vendeva... lei comprava e lui sorrideva, lei sorrideva e anche lui sorrideva

Finché, in una mattina di primavera, mentre  il Tonio era impegnato ad appendere cartelli elettorali per le amministrative,… La Tina e L’Ovaiolo fecero la frittata..... lui sorrideva e lei sorrideva!!! Il Tonio, intanto, attaccava i cartelli e sudava.

La cosa andò avanti per diverso tempo ma il Tonio non se ne era accorto.. e le uova erano buone... e quante!!

Martedì frittata, mercoledì occhio di bue, giovedì strapazzate, venerdì sode, sabato in camicia, domenica zabaglione e il lunedì finivano...
Il lunedì, quando non c’erano più uova, La Tina diventava triste ma il Tonio gli diceva.." Tranquilla domani è martedì e viene l'Ovaiolo, cosi potrai farti una sbattutina con due uova fresche"... Lei taceva e sorrideva...

Ma si sa che in quartiere le voci girano veloci e questa cosa dello zabaglione era sulla bocca di tutti... finché una sera di novembre, il capo sezione del partito, convocò Il Tonio, lo fece sedere davanti alla commissione politica e mischiando Lenin, le uova, il futuro, l'abnegazione per il partito e una strana storia sui tori e le mucche ... le fece capire che La Tina lo tradiva...

Lui prima urlò, poi pianse, poi cantò "faccetta nera"... poi ci ripensò e cantò "l'internazionale"...
I compagni si strinsero a lui ed iniziarono a darle del vino rosso sfuso... dopo averne bevuti 8 litri chiese un paio di savoiardi... “Ho lo stomaco un po' in disordine” disse il Tonio

Era li, da solo,  al tavolo della sezione numero 27 del partito...  Pucciava i savoiardi nel vino, li ciucciava e piangeva...

Di scatto si alzò, salutò i compagni, con un anacronistico pugno chiuso rivolto verso il cielo.. e barcollando tornò a casa... Svegliò La Tina e le gridò  tutta la rabbia che provava in quel momento... era martedì sera...

Poi non parlò più...Lei piangeva e singhiozzando diceva che ormai amava solo L'O...VA... IO... LO

La Tina non era più una ”certezza”, rimanevano soli il partito e la mazza

Tonio andò in cucina si tagliò un pezzo di formaggio e iniziò a pensare alla vendetta... Voleva tirare il collo all'Ovaiolo, come si fa con i galli troppo saltellanti...

Lui l'ovaiolo non lo aveva mai visto ma conosceva l'Apecar.  Lo vedeva passare dalla finestra della fabbrica tutti i martedì mattina e ricordava il nome del paese di provenienza perché era scritto a caratteri cubitali sui pannelli laterali del motofurgone..

Aspettò pazientemente il sabato. Prese la sua Fiat Panda e si diresse verso le valli della pedemontana; aveva con se la mazza e un coltellino svizzero!!! ma sapeva che sarebbero bastate le sue mani.  Pensava "sparito lui.. sparito il problema"...

Lo avrebbe trovato, picchiato e gli avrebbe tagliato lo SCALPO  come facevano gli indiani in quei film western che proiettavano al cinema Araldo, in via Lorenteggio, la domenica pomeriggio...

Si!!!! avrebbe portato lo scalpo dell'Ovaiolo alla Tina!!!

Tonio aveva una nuova “certezza”, LO SCALPO DELL’OVAIOLO

Arrivato al paese posteggiò nella piazza principale ed entrò nel omonimo bar  “BAR DELLA PIAZZA”... Ordinò un caffè e chiese al barista "Dove trovo l'Ovaiolo?". Il barista lo guardò e rispose  "il Sindaco vuole dire? " e proseguì " vada pure in Municipio o davanti alla chiesa - Lo riconoscerà subito” - “Oggi qui è festa grande e sicuramente ha la fascia tricolore.."

Tonio tra lo stupito e lo sconsolato chiese “Sindaco? Ma di che partito…?”. Il barista prese tra le mani una foto di Lenin e disse fiero… “del Nostro!!!!” e sottolineo a voce alta  “L’Ovaiolo è il compagno numero 1. Ha portato le sue uova anche alle felici compagne contadine di Volgograd!!!”. 

Cosa??? Penso Tonio!!!! … “Ma un compagno non può distruggermi la vita!!!” -  “Noi dovremmo sfilare insieme contro il capitalismo… e lui l’unica cosa che si è sfilato sono i pantaloni!!!!”. “Ma cosa siamo diventati???? Ma tra noi compagni NOOOO!!!”

Anche il Partito non era più una ”certezza”, rimaneva la mazza e forse Lo Scalpo dell’Ovaiolo.

Pronto all’azione finale, il Tonio si avvicinò all'uscio ed iniziò a guardare la piazza.

Nel mentre, all'interno del Bar, un vecchio chiese al barista "chi è quel terrone?"... "Tranquillo Luigi... è uno dei soliti mariti che vengono dalla città a cercare l'Ovaiolo"... il vecchio guardo il barista sorrise e rispose.... "aaaaaaah va be' aaaaaaah ... fammi un spuzzato" e tornò a leggere i necrologi su IL MESSAGGERO DELLE VALLI PEDEMONTANE

Tonio era pronto allo scontro... continuava a pensare....LO SCALPO, LO SCALPO,LO SCALPO, “LO SCALPO è la mia nuova “certezza”...

"Oggi....Le taglio lo Scalpo e lo porto prima alla sezione di partito e poi alla Tina!!!" Tutto tornerà al proprio posto.

Finalmente lo vide... vide l'Ovaiolo.. lo riconobbe per via della fascia tricolore.

Tonio si fece spazio tra la piccola folla si avvicino a lui e lo guardo dritto negli occhi.

L’Ovaiolo era un uomo abbastanza alto, ma con la panza grossa e le mani fini. Indossava un paio di pantaloni di velluto a coste con il risvolto pieno di cacche di gallina,  una giacca di flanella bordeaux , di due taglie più grandi, ed un cappello marrone scuro stile Borsalino a tesa larga..…Tutto puzzava di pollaio!!!

Tonio si posizionò a gambe leggermente divaricate con i pugni appoggiati ai fianchi, il petto gonfio e il mento rigido... Una postura non proprio di sinistra.

Fisso l’Ovaiolo e disse "Io sono Tonio, il marito della Tina"...

L'Ovaiolo si levò il finto borsalino e sorridendo domandò "Compagno vedo che tu porti la spilla del partito sulla giacca!” “Dimmi compagno…di chi mi parli? Chi è La Tina?"...

Tonio si bloccò, rimase paralizzato con il sole che gli colpiva il volto... La Mazza ed il coltello svizzero gli caddero al suolo..

Anche la Mazza non era più una “certezza” … Rimaneva lo Scalpo!!!

Ma era proprio questo che le aveva congelato il sangue… la cosa che lo aveva paralizzato è che si era reso conto che “L'OVAIOLO ERA PELATO!!!!!” … Non esisteva nessuno scalpo!!!!

L’Ovaiolo aveva solo pochi capelli nella parte posteriore del cranio, tra le due orecchie... sembrava uno di qui vecchi macellai delle pubblicità!!!

Il cervello di Tonio andò in corto circuito..."LO SCALPO....Dov'è lo scalpo???  Come faccio senza scalpo???? COSA PORTO AL PARTITO? COSA PORTO ALLA TINA?"...NOOOOO!!!!!! COSA FACCIIIIOOO?”

Anche lo Scalpo non era più una “certezza”…

La “certezza” che avrebbe riportato tutte le “certezze”… non esisteva era solo un’illusione.

L’Ovaiolo aveva giustamente la testa come un uovo.

Tonio si girò,  sconsolato ed intontito risalì in macchina ed abbandonò rapidamente le valli pedemontane...

Non trovava un alternativa per salvare la sua vita e il suo mondo. Senza quello scalpo non sapeva che fare.

Non aveva lo scalpo, non aveva l’amore della Tina e non aveva un Partito. Non aveva più una mazza!!!

Non proprio….perchè la mazza, l’aveva raccolta prima di andare via… ma sarebbe servita a poco e la teneva tra le mani solo come triste ricordo.

Le sue certezze erano tutte distrutte come le uova in un paniere…

Ma lui senza certezze non sapeva vivere. Tonio sparì.  Non tornò dalla sua Tina, non tornò alla sezione di partito.

Girovagò per un po’ di settimane e poi un giorno si fermò lungo la S.S. 11 PADANA SUPERIORE ...al CLUB LA NOTTE BLU dove 27 anni 4 mesi e otto giorni prima aveva visto uno spogliarello..

E da allora vive lì. Fa il guardiano del locale e difende le ragazze dai clienti eccessivamente accaldati. Passa la giornata a guardare i loro culi e i tristi volti dei clienti.

Tonio aveva poche “certezze” il Partito, L’amore della Tina e La Mazza... ... e pensava che gli altri fossero come lui.

Ma le certezze non erano servite a nulla.. Non erano state sufficienti per difendersi dalla semplice realtà della vita. Aveva sempre vissuto aggrappandosi a poche certezze, perché non aveva il coraggio di affrontare la vita per quello che è veramente.

A volte difficile a volte fantastica.  Dipende dal momento e dal ruolo… a volte si è Ovaioli altre picchiatori di mazze a volte comunisti altre disfattisti…

L’unica certezza e che non ci sono certezze. Tutto cambia tutto si evolve.

Tonio alla fine lo aveva capito. Al CLUB LA NOTTE BLU passavano tutti, dirigenti del suo e di altri partiti, compagni, colleghi, anche il marito della Morena quella del magazzino 2... anche l'ovaiolo passava di li una volta al mese.

Loro non avevano certezze dietro le quali nascondersi, avevano solo pulsioni ed umanità

Oggi Tonio sta ancora li, al  "CLUB LA NOTTE BLU"... dorme lì, mangia lì, vive lì..... Lucida la sua mazza per non farla arrugginire....e passa le giornate aspettando e sperando che un giorno trovino una cura per la calvizie...in modo che lui possa tornare nelle valli pedemontane, trovare l’Ovaiolo con un lungo ciuffo e prendere quello scalpo che il destino gli ha negato...

È li, che aspetta, come un vecchio attivista politico che sogna di fare la rivoluzione senza accorgersi che la rivoluzione è già in atto.

EL APRETON....


Guardare Madrid da una delle finestre de las Torres Colón  non capita tutti i giorni. Io ero lì in una mattina di novembre del 2000 e passa…

Madrid in Novembre è particolare. Madrid è sempre bella, è imperiale, è viva, è spagnola… ma in Novembre è diverso… Madrid in novembre ha qualcosa di più, è Bellissima…

Il vento freddo spazza via le nubi e lascia spazio ad un fantastico cielo azzurro. A Madrid in novembre fa freddo, ma verso le 10 di mattina arriva il sole che ti rallegra la giornata e ti riscalda il midollo. 

Las Torres Colón sono in Plaza Colón… Nulla di più semplice.  Non puoi perderti a Madrid…basta dire al taxista… “Por Favor…Torres Colón en Plaza Colón”… è quella piazza dedicata a Cristobal Colón, l’uomo che scopri l’America..

Io ero in un megaufficio al 21° piano di uno dei due rascacielos che costituiscono las Torres Colón, in Plaza Colón a Madrid. Erano le 11:00 di mattina e stavo aspettando di parlare con il megapresidente di una megasocietà che doveva fare una megaespasione internazionale. Ero li per presentare il mio piano di sviluppo dal titolo: “Desarollo de la megaempresa en el mercado transalpino: Italia… Analisis y nueva figuraciones”..
Tutto era pronto… Progetto, Business Plan, Power Point, Preventivo da presentare, Sconto da applicare, Promesse da fare e non mantenere…

Avevo studiato tutti i dettagli, compreso il più importante.. “Un grande sorriso professionale, da vero professionista”.. Un sorriso vincente di quelli tra il… “TRANQUILLI!!! CI PENSO IO” e …“ L’ESPERIENZA ACQUISITA IN QUESTI ANNI MI CONSENTE DI OPERARE CON PROFESSIONALITÀ, ECC….”

Mi ero allenato a sorridere durante il viaggio da Milano… In realtà il sorriso che mi veniva meglio era il primo quello del .. “tranquilli!!! ci penso io” .. Il secondo non tanto.  Ma questo era dovuto al fatto che non so mentire. 

In realtà, io di grandi esperienze non ne avevo. Avevo solo voglia di fare qualcosa di importante, di dimostrare che ero capace… Pensavo “…e che cazzo!!!! fatemi provare anche me!!!!”.. Quello era il mio spirito… Anch’io volevo fare qualcosa di Mega …

Ero al 21° piano di uno dei due Rascacielos Colón, in Plaza Colón a Madrid. Ero lì  perché volevo raggiungere un sogno. Essere un megaconsulente, di una megaimpresa, impegnata in un megaprogetto di una megaespansione internazionale..

Il mio sogno era molto semplice …passare da essere Sega a essere Mega….per questo motivo ero li,  pronto per presentare il mio megaprogetto al mega presidente..

Dalle grandi finestre della sala riunioni potevo vedere tutta la città. Fantastica!!!! 

Vedevo l’intera  Castellana, il vialone che taglia Madrid… Uno stradone enorme che parte dal nord della citta con le sue 8 corsie per trasformarsi, dopo plaza Colón, in un bellissimo viale alberato dove convivono taxi, auto, panchine, bar e pensionati… è il famoso  Paseo de Recoletos , che ancora più giù si trasforma nel Paseo del Prado, per terminare alla stazione di Atocha.  

Percorrendo questa lunga lama urbanistica puoi vedere “las Cuatro Torres del Business Area” (ex Madrid Arena),  il Santiago Bernabeu, un paio di Corte Ingles, un Cadena VIP’S, Ministeri ed Ambasciate per finire al Museo del Prado e terminare davanti la porta della stazione di Atocha.

La  vista era fantastica… …Ma io avevo una strana sensazione, conoscevo molto bene Madrid e la consideravo come una bellissima Señora. Una Donna con le forme sinuose ed il sorriso fine, ma con le labbra così carnose da riportarmi in mente le emozioni masturbatorie dell’adolescenza.. Io ero lì e da quelle grandi finestre le stavo sbirciando il seno, o meglio, stavo timidamente guardando la grande linea che divide le sue enormi tette…..Da un lato il barrio de Salamanca e dall’altro El Centro, Chamberì, Tetuan…
Freddo, Sole, Tette, Grattacieli e grandi sogni. Non mi mancava Nulla. Ero motivato, con il sorriso allenato e convinto di portare a casa la mia vittoria!!!!

Ma è proprio in quel momento che arrivò l’indesiderato, l’inaspettato, l’imprevisto….

A Madrid, io era arrivato la sera prima.. Volo della NOPAY-NOPARTY con solo posti in piedi, ma costava 8 euro e 23 centesimi… potevo permettermelo. 

Decollo alle 5:59 della mattina dall’aeroporto di Bresso, scalo di 4 ore ad Orio al Serio, tragitto in pullman fino a Pordenone e poi diretti a Madrid… 

L’unico inconveniente era che il bagaglio doveva essere al massimo delle seguenti dimensioni: lungo 18 cm, largo 5 cm  e di forma cilindrica; altrimenti avrei dovuto pagare una sovratassa di 2.500 euro…
Come tutti, mi ero recato felicemente  in farmacia ed avevo comprato un preservativo, infilato le mie cose con estrema precisione e mi ero presentato al check in..
Una sorridente signorina mi aspettava davanti all’ingresso…ma  di colpo, quando si avvicinò al desk per l’imbarco, si trasformò, come d’incanto, in un vecchia ed acida racchia hostess (ex alitalia). Di quelle alte, finte bionde, con la scarpa numero 43…

Alle 8:00 precise, dopo molti delayed ed altrettanti sorry, si decise a comunicare al microfono la famosa frase liberatoria… “siamo lieti di annunciarvi che imbarcheremo il volo xxx88824 per Madrid…. Finalmente!!! Mi misi in coda …l’ispezione bagaglio era ferrea… Quando arrivò il mio turno, mi guardo ed alzando il lato sinistro del labbro superiore,   disse, “Metta il bagaglio nell’apposito misuratore metallico” … Io annui ed infilai il mio unto bagaglio nel misuratore… La vecchia biondona dai piedi smisurati, mi fisso e con voce acidula bisbigliò… “ Buon Volo” . Io pensai “Ma sai dove ti infilerei il bagaglio… lungo 18 cm, largo 5 cm , di forma cilindrica e oleoso?” … ma mi trattenni e passai senza dire nulla…
Arrivai a Madrid alle 19:58…all’atterraggio suonarono una c@zzo di trombetta per festeggiare il fatto che eravamo arrivati con un 3 minuti di anticipo.. il volo era così schedulato: DECOLLO DA BRESSO INTERNATIONAL AIRPORT ore 5:59  - ARRIVO A MADRID BARAJAS TERMINAL 2 ore 20:01 

Corsi in albergo… o meglio nella mia abituale pensione di calle Toledo.. si chiamava El Rincon de Paloma.. non era male e costava poco… Certo non era un 5 stelle e non aveva tutto… mancava la piscina, la palestra e il bar… ma di notte potevi vedere un piccolo spaccato della Movida Madrileña…

La pensione era frequentatissima da molti clienti importanti.. Ingegneri, Architetti, Dottori, Professori, Dentisti, Ottici e Ortopedici…Dopo le 23:00.. Tutti salivano e scendevano le scale velocemente, senza salutare, accompagnati da signorine e signorini in minigonna… entravano in camera si riposavano per 7/8 minuti e poi correvano imperterriti e sorridenti verso la loro frenetica e soddisfacente vita… quelli si che erano professionisti!!!… loro erano già dei Mega.. ed io ero li per diventarlo!!!

Arrivai in pensione alle 20:39 salutai Paloma, la vecchia receptionist, lascia il mio Bag Condom  in stanza e corsi in Plaza Sant’anna.  Il mio amico Atoli mi stava aspettando, lui  lavorava per una multinazionale spagnola e a Madrid ci andava spesso.

 Anche lui era di Milano … ma tra mogli, figli e conference call non riuscivamo mai a vederci e quindi le sere “divertenti” le passavamo a Madrid. Appuntamento in Sant’Anna alle 21:30 e poi si vedrà…
Lui, al tempo, era già un Mega e dormiva in un 5 stelle pagato dalla sua Mega società… io ero ancora un Sega e dormivo tra i gemiti e le parrucche bionde.

Atoli aveva studiato Economia all’Università Bocconi e io , pirla, architettura al Politecnico… 

Come sempre mangiammo Huevos estrellados, Pulpo a la gallega, Patatas Bravas, Jamoncito y quesitos... Cerveza a fiumi e poi un giro nei pub della città.. Gin Tonic, Ginebra con naranja, Ginebra con Coca Cola, Ginebra con Ginebra…solo alle 4 della mattina mi ricordai che la Ginebra era il Gin… e che c@zzo!!!... Ero leggermente ubriaco.  Decisi di andare a dormire.  Salutai Atoli, che l’indomani doveva decidere il destino di 3.500 operai di una ex miniera di Canga de Narcea e corsi in albergo… a Nanna… 

Ma non riuscivo a dormire, allora mi allenai un po’ per migliorare il mio sorriso da professionista.. finché il sonno prevalse.

Alle 9:00 ero sveglio come un grillo, mi feci una doccia gelata, salutai Paloma e corsi in strada… Ero pronto per il mio appuntamento… ero pronto per L’APPUNTAMENTO…

Erano le 11:00 di mattina, mi trovavo al 21° piano del rascacielos Colón, in una megasala riunioni… spiavo le tette a Madrid e aspettavo la svolta della mia vita.

Mi aveva accolto una bionda signorina con due enormi occhi neri e il seno piccolo; gentilmente mi aveva fatto accomodare nella mega sala riunioni della mega società… Sorridendo mi disse  “Le porto una caffè? “  risposi “No grazie… una acqua ghiacciata va benissimo”… Volevo cacciare gli ultimi residui di gin che galleggiavano nel mio corpo e lo sanno tutti che  l’acqua depura. 

Non so se la causa  fu l’aria condizionata, l’acqua ghiacciata, la ginebra della notte prima,  il volo o semplicemente la paura e la tensione… so solo che di colpo arrivò l’inaspettato… Arrivò “EL APRETÓN”….

NOOOOO !!!! Avevo urgentemente bisogno di in BAGNO!!! Eccolo il maledetto imprevisto!!! Avevo la cacarella…

Letteralmente, in spagnolo “Apretar”  significa stringere e Apreton significa “l’azione di stringere con forza”.. Era quello che dovevo fare, era l’unica cosa che potevo fare…STRINGERE

Iniziai a sentire una gelida sensazione nelle ossa mentre una leggera cappa di sudore ghiacciato copriva la mia schiena. Al contrario la mia pancia ribolliva come una pentola di pasta e fagioli, il contrasto termico che stava colpendo il mio corpo era tremendo.

Chiusi con tutta la mia forza gli occhi e poi li spalancai nuovamente fissando il vuoto. Pensai “EL APRETÓN…NOOOOO!!!!”. E se arriva il mega-presidente? Cosa faccio? 

Ero spaventato, perso, preoccupato. La mia vita era ad una svolta, il mio momento era arrivato, il bivio era di fronte a me… Ma a me scappava la cacca. Molta e probabilmente fluida.

PANICO!!!! CHE FACCIO???? Non potevo andare in bagno… “e se arriva il Mega presidente?”
Mi calmai… pensai “adesso basta, Concentrati”… Un vero professionista è anche problem solving… Analizzai immediatamente la situazione valutai gli strumenti e le strategie. Da vero mega Professionista…sviluppai mentalmente tre soluzioni Piano A, piano B, Piano C.. 

Piano A: La Rigidità….Stai fermo, non ti muovere, alterna respiri profondi con respiri corti… fissa un oggetto per 10 secondi… poi respira e fissa un altro oggetto per altri 10 secondi.. Iniziai fissando un quadro, una natura morta, poi passai all’appendiabiti. La pancia iniziava a calmarsi, il mio battito cardiaco pure.. Bene sembrava che tutto tornasse alla normalità.. Passai al terzo ed ultimo oggetto.  Un Vaso…  Iniziai a guardalo intensamente.. Era di porcellana Bianca, con una forma arrotondata, largo a sufficienza…sembrava un water.. uno stupendo water… Il battito cardiaco torno a salire e il magma nella mia pancia a scendere.. decisi di passare al piano B

Piano B: I passettini… Questa tecnica l’ho imparata da bambino…la nostra casa aveva solo un bagno e noi eravamo in tanti… La tecnica è semplice e spesso efficace. Ci si alza e si fanno dei piccoli passettini a gambe rigide e natiche serrate, nel contempo, si respira e si canticchia…canzoni senza parole, solo suoni …tipo “NANANA NANANA OH OH OH NANANA “…La postura perfetta è quella del soldatino di piombo. Si continua senza fermarsi. Avanti e indietro…Per girare si fanno curve strette e si aumenta la velocità dei passettini… L’ideale è poter inserire nel canto qualche grido tipo “ALURAAA CHE MI STO’ CAGANDO” oppure “..E CHE STAI FACENDO LA TOUR EIFFEL? VUOI LIBERARE IL CESSO????”. Ma gridare nella mega sala riunioni non era proprio il caso…  
Di colpo la porta si aprì ed entrò la signorina dagli occhi grandi e il seno piccolo.. Sorridendo disse “Il Mega Presidente sta arrivando e leggermente in ritardo”, io sorrisi ed annuì.. Li mi guardo fisso negli occhi e con voce suadente sussurrò “ Un caffè? Una bella acqua Ghiacciata?”.. Un’allegra smorfia paralizzo il mio volto, riuscì solo a fare un cenno negativo con la testa.. Lei usci ed io pensai “MA VA A FANKULO… TU E L’ACQUA GHIACCIATA!!!”… Maledizione…Per interagire con lei mi ero fermato…quindi:…Piano B fallito!!!…. Mi rimaneva solo il mitico Piano C

Piano C: Dove farla e come nasconderla… Non avevo altre possibilità! Controllai le finestre ma erano sigillate… Pensai al fancoil dell’aria condizionata, all’armadio…ma era tutto troppo complicato allora iniziai a valutare tutti gli oggetti a forma concava… Portapenne, Cestino, Portaombrelli, ecc. Ma quel pirla di architetto che aveva progettato l’arredo amava gli oggetti fatti in rete… Tutti erano in maglia di acciaio anodizzato e bucherellati… inutilizzabili come contenitori.

Non mi rimaneva che il fantastico vaso di porcellana bianca…Andava benissimo e poi lo avrei riempito con le caramelle e i cioccolatini che erano al centro del megatavolo della sala riunioni..

La decisione era irrevocabile… mi avvicinai e presi in mano il vaso per verificarne la forma… Mentre lo guardavo si aprì nuovamente la porta.. era il Mega Presidente… un tipo alto un metro e 67 con il riportino e un braccio più lungo dell’altro (penso a causa del pesante rolex d’oro)

“ Tu eres Mauro, el Italiano? Verdad? ”..Io con il vaso in mano lo guardai sorrisi e dissi “SI SOY YO”…
Si avvicino mi strinse la mano e commento “ quello che hai in mano è il premio che mi hanno dato lo scorso mese come miglior  mega imprenditore del mundo mundial”… Io sorrisi e dissi “Si lo so”…e continuai “poterlo tenere tra le mani e vederlo da vicino, è un onore per me” … 

Il mio sorriso da professionista era pronto e operativo… L’apreton scomparso.. la pancia irrigidita e il magma rintonato nella giusta posizione.. tutto in un solo istante!!!

La riunione andò bene, firmai il contratto e tornai a Milano con un volo Business Class. Finalmente anche io ero un Mega…

Adesso, a distanza di tanti anni, quando ricordo quel giorno di novembre a Madrid…penso di aver capito alcune cose.  La prima è che “nella vita non mi spaventa nulla, tranne gli imprevisti e le soprese”,  la seconda “…ho capito che i problemi appaiono di colpo, ma spesso, spariscono con la stessa velocità” e la terza, che è  sicuramente la più importante… “In realtà di essere un Mega… non mi importa una Sega”.

Oggi vivo tranquillo, lavoro, seguo il rugby, parlo con i miei figli… e cerco di avere sempre un bagno vicino.
Anche Atoli si è stufato di fare il Mega… un paio di anni fa ha mollato tutto ed ha aperto un sito di e-commerce di fiori secchi… un po’ li vende e un po’ li fuma… 

Oggi quando vogliamo passare una bella serata ci vediamo al parco solari… io porto le birre e lui i fiori secchi..  e se poi abbiamo 7/8 minuti liberi…..Ma questa è vita. ..:)

L'UOMO MEDIO

Era un uomo normale senza qualità particolari… altezza media, colore dei capelli medi, occhi medi, dimensione organo sessuale medio , quoziente intellettivo nella media…aveva frequentato, logicamente, la scuola media e poi proseguito sino all’università… i suoi voti ? Medi

Ma gli Dei gli avevano regalato un dono…era in grado di far venire un attacco di aerofagia a chiunque…e poteva farlo oltre i 20.000 km di distanza..

Si sedeva, chiudeva gli occhi, pensava intensamente a una persona e si concentrava sul suo intestino…Il povero bersaglio, ovunque si trovasse, di colpo sentiva al suo interno uno smottamento intestinale degno delle falde del Kilimangiaro, uno scroscio paragonabile alle cascate del Niagara…

Nella sua mente penetrava la dolce sensazione delle acque del Nilo, che da Delta sfociano nel Mediterraneo.. Ma soprattutto, la povera vittima, sentiva la stessa pressione esplosiva del dirigibile Zepellin, pochi attimi prima dell’esplosione… quando.. nei cieli di Lakehurst in New Jersey, il 6 maggio 1937, l’idrogeno si trasformò in fiamma pura.

Lui era una persona media e quindi usava questo dono solo per cose semplici…qualche volta ne approfittava, ma raramente.

Come quella sera che si concentrò su un’intera squadra di calcio impegnata in una semifinale mondiale. Lui aveva scommesso su un risultato impossibile 7-1… si mise davanti al tv, guardò ogni singola figurina Panini dei giocatori.  Tranquillamente si concentrò su ognuna di loro e lancio la sua fonte di energia per migliaia di chilometri …riuscì a portare ogni singolo giocatore ad un livello di cacarella tale da annullare qualsiasi capacità calcistica.. I poverini, in campo, non riuscirono più a far nulla…persero 7 a 1.

L’indomani, l’uomo medio, si sveglio e felice andò in ricevitoria a ritirare il suo premio .. un premio medio, anche perché aveva fatto una puntata media.

Gli Dei erano abbastanza adirati con lui… sapevano che con quella speciale capacità avrebbe potuto invertire gli equilibri del mondo…aumentare la produzione di Metano, bloccare folli politici nei momenti chiave di una trattativa, cambiare gli indici di borsa, far posticipare un G8, annullare manifestazioni…poteva fare tutto… Ma non lo sapeva, non lo capiva… non capiva che la sua strana diversità era qualcosa di speciale.

Lui era un uomo medio, e voleva stare nella media… Non voleva essere diverso.. aveva paura di cambiare il suo mondo e quello degli altri a colpi di skurrenge..

Aveva paura della sua diversità…

Pazzesco!!!! Un uomo che poteva bloccare la crisi economica con poche piccole cadute di aria… Non lo ha fatto. Non ha usato la sua potenza innata.

Ma è risaputo che gli Dei regalano a tutti noi delle qualità speciali. Troppo spesso, però, le nascondiamo, proviamo vergogna…preferiamo rimanere nella media. Ci vergognamo di essere diversi.

Lui è ancora in giro, lo puoi trovare seduto a un tavolino di un bar mentre beve un caffè e pensa a qualche vecchio professore di scuola o ad antiche fidanzate fedigrafe.. Lancia la sua potente energia e poi paga il conto sorridendo.

Si dice anche, che il venerdì pomeriggio, apre facebook e si diverte a scegliere casualmente un nuovo bersaglio.. non un obiettivo preciso ma solamente un bersaglio casuale. Nella media

Che peccato…se pensiamo a quante sono le persone che sprecano o si vergognano delle proprie diversità…

Se penso a quante volte, io stesso, ho nascosto le mie capacità per vergogna… le ho nascoste anche con estrema fatica. Con lo stesso tremendo impegno con il quale si trasforma una scurrengia, da rumorosa a silenziosa…tutto per non imbarazzare i vicini in metropolitana o i colleghi in ufficio…

Credo che gli Dei siano adirati un po’ anche con me…Ma, Non so? Spero solo che l’uomo medio, oggi, non scelga la mia foto su facebook…

SUPPOSTE E STRESS

Aprii gli occhi e vidi la moquette rosso scuro. Cosa ci facevo a terra nel mio ufficio? Non lo sapevo.
Avevo freddo ma stare appoggiato sul pavimento mi faceva sentire bene, capi che dovevo alzarmi, ci provai, ma avevo i polmoni pieni di una densa aria pesante e la testa mi pesava come una palla di cannone.  Inutile provarci. Mi allungai nuovamente al suolo ed iniziai a guardare il soffitto.

Chiusi gli occhi e provai a respirare profondamente. Credo che passarono altri 10 minuti.

Di colpo senti la bocca secca e la lingua che mi si incollava al palato. Avevo sete, una sete fortissima. Feci uno sforzo e mi misi seduto, appoggiando la schiena alla libreria. 

Presi il cellulare e guardai l'ora, erano le 17:00.  Respirai profondamente ed iniziai a ricordare

A mezzogiorno avevo pranzato da solo al bar sotto il mio ufficio, una piadina cotto e fontina. 
Ero stato interrotto da almeno 4 chiamate telefoniche, tutti urlavano, pretendevano, chiedevano accusavano. Nessuno mi aveva chiesto "hei come va?". Alla fine non avevo bevuto neppure il caffe. 

Tornato in ufficio guardai la posta. 4 messaggi spam, 3 richieste di favori, 1 comunicato dalla banca e 2 email minacciose, piene di sensi di colpa ...

Scrissi una stronzata su facebook ed iniziai a fare la lista dei lavori per il pomeriggio. Guardai più volte la lista e mi resi conto che nulla di quello che trovavo scritto mi interessava.

Iniziai a cazzeggiare su internet; volevo spegnere il cervello e il cuore. 
Non so quanto tempo passai a guardare stronzate, leggere articoli idioti e compilare test su che tipo di animale o automobile o attore degli anni 80 mi assomigliasse di più.

Il telefono continuava a squillare. Mi limitavo a guardare il nome sul display,  pensare " ne ho piene le palle" e con un rapido movimento indice-pollice silenziare rapidamente la chiamata.

In realtà da oltre 4 anni aspettavo una telefonata. Una telefonata che non arrivava mai. 
In cuor mio sapevo che non sarebbe mai più arrivata, ma la speranza mi aiutava a continuare a vivere.

il pomeriggio passava ed io pensavo, chattavo, sognavo, aspettavo. 
Ma a un certo punto mi fermai e mi resi conto che mi scappava la pipì...

Mi alzai e mi dirisi verso l'uscita della stanza, il telefono cominciò nuovamente a squillare... Tornai velocemente indietro con il cuore pieno di speranza...forse la mia attesa era terminata...forse era la chiamata "giusta"

Nulla, la solita delusione. Mi girai e mentre cercavo di riattivare il mio corpo sentì una piacevole stanchezza avvolgermi, una fantastica sensazione di leggerezza che mi ricordava  le braccia di mia madre quando ero bambino, quando mi stringeva a lei..

Tirai un sospiro e tutto si calmò, la luce si spense..erano le 15:58 

alle 17:00......

Aprii gli occhi e vidi la moquette rosso scuro. Cosa ci facevo a terra nel mio ufficio? Non lo sapevo.........
L'indomani il dottore mi disse che era stato solo un semplice crollo da stress, che dovevo "rischedulare la mia vita", che non dovevo pensare troppo. Mi disse "Prenditi una pausa e due supposte!!!! "

Tornai  a casa e cominciai a mangiare le supposte...e proprio mentre mi si scioglievano in bocca , che sentivo quella strana sensazione di grasso chimico e gelatina..  Fu proprio in quel momento che capì che aveva ragione il dottore  forse  "dovevo veramente prendermi una pausa..."

la moto, il rosso e gli anni ottanta..

Era un YAMAHA RD 250 motore 2 tempi, era bianca e io ero solo un garzone di officina che non sapeva cosa fare del suo futuro…
Da poco avevo finito le superiori ed ero diventato un perito meccanico…statica, dinamica e cinematica erano il mio pane… la meccanica il mio sogno
Per questo motivo, pulire i cessi e le chiavi inglesi di un’officina di moto da corsa, era per me un onore… Non era il massimo, ma sapevo che si cominciava da li…
In quegli anni amavo i motori… e negli anni ottanta i motori davano grandi soddisfazioni…
Certo a scuola ci facevano ridisegnare la testa del vecchio “galletto” della Guzzi, avevamo studiato il ciclo otto, quello diesel ed anche il motore rotativo winkler… ma intanto Larva e Nicolini alleggerivano un Guzzi Imola 3 e ½ per farlo ingrippare ed esplodere a Monza….Crespi e Bertolini giravano con i cagiva Zündapp …
Stefano ed io, invece, eravamo più per i rally….viaggiavamo in tutta Italia pur di vedere una Lancia Stratos, una 131 abarth o una 037 e poi come non ricordare le mitiche Opel GT che scodavano sulle curve del Piancavallo….Bettega, Markku Alén, Toivonen…

Anche noi ci provavamo… come quella mattina che bigiammo la scuola e finimmo sotto la tangenziale est, a Rubattino, per una gara con un paio di stronzetti del Feltrinelli…

Fu quella mattina che piegammo il telaio della FIAT Ritmo 90 del papà di Stefano… Picchiammo in modo assurdo contro una buca, …
La ruota sinistra era scoppiata poco prima e quindi gli ammortizzatori andarono “a pacco” …il colpo arrivò direttamente al telaio ed al mio petto …ma ke kazzo!!!! eravamo del Giorgi, la scuola dove aveva studiato Alboreto!!!!!
Quindi proseguimmo a tutta velocità sullo sterrato. La gara potevamo vincerla solo noi … e cosi fu…anche se ci costo il telaio della FIAT Ritmo 90 del papà di Stefano e la mia costola.

Il papà di Stefano non ha mai creduto a quella storia del mattone in mezzo alla strada e a me fa ancora male la costola, per il colpo della cintura di sicurezza….Ma ne valeva la pena…

In quegli anni quello che amavo era ascoltare musica e correre…con la moto o con la macchina, non mi interessava…volevo correre!!!

Poi, come sempre nella vita, il destino ti indica qualcosa … ne bello, ne brutto è solo destino…
Prima ci fu un incidente in macchina…brutto, perché stupido… Non stavamo neppure correndo troppo … una stronzata tra amici!!!

Guidava Luca Tortuga…Eravamo su una vecchia citroen 2 cavalli , di quelle che non si ribaltano mai… ma quella sera si ribaltò…

Di colpo avevo la faccia piena di pezzi di vetro…di quelli piccoli, di quelli fatti per non far male… ma erano tanti… feci due capriole sulla statale…senza neppure capire come ero saltato fuori dalla capote…
In realtà eravamo in due a ruzzolare sulla Statale Vigevanese, Alfredo ed io.. erano gli anni ottanta e avevamo vent’anni…

Il mio amico era in licenza e io sarei partito poche settimane dopo per il 14° battaglione bersaglieri Sernaglia..”SECONDA COMPAGNIA PANTERE, NERI COME LA MORTE BELLI COME L’AMORE”….

Ma intanto, alle nove di sera di una domenica di luglio, ruzzolavamo tutti e due sulla Statale Vigevanese, che è sempre trafficata…. ma quella sera NO…Tutti salvi!!!
Erano salvi anche Rillo e Rullo, che su una vecchia AUDI 80 si erano ribaltai per tre volte, dopo averci tamponato…

Rullo, per lo spavento, non parlo per una settimana e poi parti per il reparto Cavalleria Voloire di stanza alla Perrucchetti… Rillo invece, che era bellissimo e poteva fare l’attore.., un mese dopo l’incidente si fermò per un anno alla fureria del ColMoschin Incursori Paracadutisti…

E pensare che volevamo solo andare a comprare le sigarette e poi in discoteca…ma il 2CV e L’audi si scontrarono sotto il ponte di Corsico… Non ci eravamo capiti…uno girò a destra e l’altro andò dritto…pooooommmm

In realtà non me ne resi conto subito, ma penso che quella notte, la notte dell’incidente, iniziai a capire che correre era bello… ma vivere, baciare e toccare due tette era meglio.

Ma il destino voleva proprio convincermi…che era meglio vivere che correre
L’indomani andai in officina, pulì le chiavi e gli attrezzi e poi il cesso alla turca… come sempre. Mancava solo una settimana alle vacanze.

Andai a bere il caffè, alla cascina Robarello, con un meccanico che aveva seguito il mondiale…
Era un po’ alcolizzato, ma per me era un mito… lui, tutte le mattine, mi raccontava delle storie e dei circuiti e mi faceva bere un grappino per scaldarci…diceva che in officina faceva freddo anche a luglio..
In realtà non sentivo tanto freddo, ma questa cosa del grappino mi faceva sentire un po’ più grande e un po’ più meccanico di “moto mondiale 500”…al tempo si chiamava così. Al tempo c’erano Luchinelli e Virginio Ferrari, che ogni tanto passava in officina, come i meccanici della bmw R80 della Parigi Dakar ed i carabinieri… tutti amici di Tony e Carlo.

Tony e Carlo, I miei Boss, gli uomini della Bimota, i collaudatori della metzeler…Imola, Monza, il misto stretto e la serravalle…

Io dopo il grappino tornai in officina… mi faceva male lo stomaco.. ma camminavo comunque dritto e con il petto gonfio…e che cazzo!!! un futuro meccanico della 500 mica si piega per un grappino e un incidente d’auto…

La vidi come tutte le mattine, lei era li in fondo all’officina.. una fantastica YAMAHA RD 250 BIANCA motore a due tempi. Impolverata, ma bellissima!!!!

Quella moto era di un tizio finito in galera per spaccio.. La doveva ritirare la sera prima dell’arresto..
La legge parlava chiaro, se dopo un anno dalla vendita e dalla riparazione non ritiri il mezzo e paghi il conto, la moto diventa proprietà dell’officina. E lui era in galera.

Questa cosa era scritta a caratteri cubitali anche su un cartello appeso sopra il bidone dell’olio di scarto..
Ma Tony e Carlo erano, e sono , due persone oneste, due signori… quindi passato un anno avevano chiamato la madre; e lui, dopo una settimana, aveva scritto una lettera dal carcere…

“Per favore vendete la moto… i soldi mi servono per l’avvocato e per mia figlia che ha pochi mesi..” lui aveva 19 anni e 8 da scontare… Io lo conoscevo, in quartiere era un mito…

Mi ricordo che una notte, anni prima, la gazzella dei carabinieri non era riuscita a fermarlo… eppure lui era alla guida di un “CIAO” della Piaggio, ma era un mago e andava in impennata anche in curva…Dietro lo inseguiva la gazzella guidata dal “Rosso”, Il maresciallo della caserma di via Copernico.

Il Rosso, lo conoscevamo tutti… non si faceva fregare facilmente… accettava la sfida e la sconfitta, ma gli piaceva anche vincere…

Il Rosso era un carabiniere di quelli veri.. con i controcazzi.. un baffo!!! Aveva rispetto per tutti, ma se poteva darti un calcio in culo lo faceva volentieri..

Lui sapeva e conosceva benissimo chi era alla guida di quel CIAO…ma non era riuscito a prenderlo e non andò certo a cercarlo a casa … Lo voleva fermare in strada….la sfida era per la prossima volta… CIAO 1 – ROSSO 0.

Una sfida che si ripeteva spesso, una volta vinceva il CIAO e una volta il ROSSO… sequestrava il motorino e poi lo restituiva per fare una nuova gara…era così la vita di quartiere...semplice
Quando anni dopo, il Rosso andò ad arrestarlo durante una grande operazione antidroga, di quelle che fanno vedere in TV, era dispiaciuto…

Sapeva che non era un cattivo ragazzo, che voleva solo un CIAO elaborato, qualche lira nel portafoglio e nulla più… Ma quella volta si era fatto fregare, per qualche deca di troppo… si era fatto convincere a nascondere della cocaina …

Il Rosso non poteva fare nulla…Lo fece salire in macchina e lo porto dove era destinato…Nessuno dei due disse nulla, nessuno parlò…il silenzio era l’unica cosa che poteva riscaldare il cuore.

Che belli gli inseguimenti in una notte di estate tra una gazzella e un CIAO della Piaggio elaborato.. Piangevano tutti e due, ma le lacrime non si vedevano…in quartiere non si piange!!!!

La YAMAHA RD 250 era sua, forse per questo la ammiravo tanto… e poi l’idea di guidare un due tempi mi affascinava… provare la potenza vera… senza freno motore..

Lei, io, la strada, la velocità e forse la morte…ma la morte non è nei pensieri di un vent’enne. Quindi lei, io e la strada…

Arrivo Tony mi guardo e disse… “Hai bevuto?, ti sei fatto una canna?”… Carlo insistette “hai gli occhi lucidi”…. Feci la faccia da duro e dissi “ Ho gli occhi chiari..non lucidi…e sono regolare, sono sul pezzo… cazzo tranquilli” …

Il meccanico un po’ alcolizzato intervenne…”Tranquilli il giovane è a posto”… Carlo e Tony si guardarono e dissero… “Se lo dici tu…siamo a cavallo”.

Tony mi guardò e con voce dura si rivolse a me “prendi l’RD e preparalo, lo vendiamo”…io mi girai presi la moto e la caricai su uno dei nostri banchi di lavoro, comincia a smontarla e pulirla… Prima la sella, poi il serbatoio, la testa, ecc. mettevo ogni vite in una differente latta di caffè… non volevo sbagliare al momento di rimontarla.

Rimasi in silenzio fino all’ora di pranzo. Dopo un panino alla mortadella e una birra calda, eravamo tutti seduti davanti alla macchinetta del caffè…

In quel momento trovai il coraggio… “a quanto?”.. “a quanto cosa?” chiese Carlo.. “a quanto vendete l’RD?”.. Tutti si misero a ridere.

Poi Tony mi guardo e disse “1.500.000 mila lire…” “ Ragazzino ti sei innamorato di una moto…?” e ricominciarono tutti a ridere.

Non dissi nulla…tornai al banco e finì di prepararla.. andai a casa e passai la serata a fare conti.. In tre mesi potevo farcela, magari mi avrebbero fatto uno sconto; sicuramente mi avrebbero fatto uno sconto.
Ma il tempo è bastardo!!! L’indomani si presentarono all’officina un ragazzo e il padre erano li per comprare la moto.. la mia moto.

Lui era felicissimo, il padre non tanto ma sicuramente aveva qualche strano senso di colpa…forse l’amante.. non so… ma stacco l’assegno.

Tony e Carlo erano, e sono , due persone oneste, due signori…

Tony prese l’assegno e sorrise, guardo Carlo e poi disse “forse è il caso di fare un giro di collaudo prima di consegnarla…” Carlo annui ..”Ragazzo prendi la moto, fai un giro e vedi se è tutto ok”.
Eccolo il secondo colpo del destino…trovare qualcosa di importante ed apprezzala perché sai che prima o poi la perderai… Goditi ogni singolo momento…e io avevo solo pochi minuti per stare con lei, con la mia YAMAHA RD 250 due tempi…

Con questo spirito salì in sella e lentamente mi allontanai sorridendo …con la mano feci il gesto dell’ok un pollice verso l’alto… velocità 30 km/ora.. “mi sembra perfetta”…dissi “ adesso vado a provare il telaio”…
Quella del telaio era una stronzata che faceva Carlo sulla tangenziale Ovest.. Tirava le moto che erano state messe in squadro dopo un incidente e quando superava i 200 km /ora lasciava il manubrio per provarne la stabilità…Non avevo nessuna intenzione di staccare le mani da lei…anzi se avessi potuto avrei guidato solo toccando il suo sinuoso serbatoio bianco…

Ma quando entrai in tangenziale… sulla Ovest, all’altezza di Lorenteggio in direzione Venezia…li fu il massimo….

Feci la rampa lentamente, sentivo quel rumore pastoso ma equilibrato… il motore voleva scattare… ma la rampa, io volevo farla lentamente…

Entrai in tangenziale apri il gas e lasciai velocemente la frizione….lei si alzo con tutta la sua potenza!!!! Il mio piede passava le marce…lei scendeva e si rialzava senza mai ritoccare l’asfalto.. Guardavamo ambedue il cielo… Poi torno a terra e li fu velocità pura… al tempo non si portava il casco ed io di capelli ne ho molti..
Arrivai allo svincolo tra la “Venezia” e la “Torino” in brevissimo tempo… riuscivo ad infilarmi tra le macchine con una facilità assurda… forse non ero io che guidavo ma lei…

Decisi di girare per Venezia…La staccata fu fenomenale, credo che si alzo la posteriore ma non ne sono sicuro… so che presi quella rampa in discesa a tutta velocità… la piega fu plastica e leggera…Volavo
In quella rampa, di solito, trovi i camion delle arance spagnole o i rappresentanti di salumi e valvole… tutti in coda… Ma io l’avevo presa al massimo della velocità e non c’era nessuno… a volte il destino è gentile…
Corsi fino a Viale Certosa…e poi capì e decisi che tutto era finito…Tornai in officina..

Sorridendo entrai nel parcheggio, a 30 km/ora, il pollice verso l’alto… dissi “Tutto OK!, freni e frizione rispondono” .

La caricarono tristemente su un carrello agganciato ad un camper e si allontanarono… io la guardavo, la tristezza induriva il mio cuore.

Tony si avvicino e mi disse “ Ragazzo, guarda che scopare è meglio”…. Io annuì, ma sinceramente dopo tanti anni non no sono proprio così convinto che Tony avesse ragione…l’amore è un’altra cosa..
oggi credo di più nelle parole di Forest Gump “Non sono intelligente, ma so cos’è l’amore”…

Mentre guardavo la mia moto allontanarsi, senti qualcosa di fastidioso nello zigomo sinistro… sembrava una specie di brufolo, invece era una piccola scheggia di vetro… mi era rimasta conficcata sotto la pelle dalla notte dell’incidente.

Con un gesto deciso levai la scheggia dallo zigomo. La guardai e di colpo mi resi conto che in meno di 48 ore avevo rischiato la vita due volte…mi senti un po’ stronzo..

Tornai a lavorare, andai in vacanza a Rimini e poi parti per il 14° Battaglione Bersaglieri Sernaglia “Seconda Compagnia Pantere Neri come la Morte Belli come l’amore”.

Dopo la naja lavorai ancora per qualche mese in officina, ma ormai la mia strada era un'altra avevo deciso di fare l’università..

In moto non sono più salito…certo ancora qualche volta ai tempi dell’officina… andavo a recuperare quei coglioni che compravano il Tenere e rimanevano fermi al semaforo, perché non sapevano accenderlo… Arrivavo con una moto presa tra quelle appena riparate….Davo il giusto colpo di piede, mi facevo dare 10.000 lire (5 euro di oggi) e tornavo in officina. Ma nulla più…non volevo più moto…come un amante ferito che finisce per odiare le donne… volevo solo starne lontano

Oggi, dopo oltre vent’anni quando vedo questi signori con il Tmax, l’infradito e i pinocchietti… o qualche commercialista o dirigentino pelato con la Harley che dice che gli piace il vento tra i capelli…o qualcuno con altre moto più o meno corsaiole…Oggi quando guardo le loro signore, signorine e amanti arrancate sul seggiolino.. non dico nulla. …ricordo solo la mia Yamaha RD 250 bianca…e quel giorno che potevo morire

Mentre tutti parlano e commentano… osservo la “posteriore” e altri due particolari che mi sono stati insegnati da Tony e Carlo per riconoscere i veri smanettoni.. poi sorrido e vado a bermi una birra… e penso “Minkia potevo ammazzarmi con quel cazzo di Yamaha RD 250… ma almeno quella era una moto!!! E che Moto!!!”