la moto, il rosso e gli anni ottanta..

Era un YAMAHA RD 250 motore 2 tempi, era bianca e io ero solo un garzone di officina che non sapeva cosa fare del suo futuro…
Da poco avevo finito le superiori ed ero diventato un perito meccanico…statica, dinamica e cinematica erano il mio pane… la meccanica il mio sogno
Per questo motivo, pulire i cessi e le chiavi inglesi di un’officina di moto da corsa, era per me un onore… Non era il massimo, ma sapevo che si cominciava da li…
In quegli anni amavo i motori… e negli anni ottanta i motori davano grandi soddisfazioni…
Certo a scuola ci facevano ridisegnare la testa del vecchio “galletto” della Guzzi, avevamo studiato il ciclo otto, quello diesel ed anche il motore rotativo winkler… ma intanto Larva e Nicolini alleggerivano un Guzzi Imola 3 e ½ per farlo ingrippare ed esplodere a Monza….Crespi e Bertolini giravano con i cagiva Zündapp …
Stefano ed io, invece, eravamo più per i rally….viaggiavamo in tutta Italia pur di vedere una Lancia Stratos, una 131 abarth o una 037 e poi come non ricordare le mitiche Opel GT che scodavano sulle curve del Piancavallo….Bettega, Markku Alén, Toivonen…

Anche noi ci provavamo… come quella mattina che bigiammo la scuola e finimmo sotto la tangenziale est, a Rubattino, per una gara con un paio di stronzetti del Feltrinelli…

Fu quella mattina che piegammo il telaio della FIAT Ritmo 90 del papà di Stefano… Picchiammo in modo assurdo contro una buca, …
La ruota sinistra era scoppiata poco prima e quindi gli ammortizzatori andarono “a pacco” …il colpo arrivò direttamente al telaio ed al mio petto …ma ke kazzo!!!! eravamo del Giorgi, la scuola dove aveva studiato Alboreto!!!!!
Quindi proseguimmo a tutta velocità sullo sterrato. La gara potevamo vincerla solo noi … e cosi fu…anche se ci costo il telaio della FIAT Ritmo 90 del papà di Stefano e la mia costola.

Il papà di Stefano non ha mai creduto a quella storia del mattone in mezzo alla strada e a me fa ancora male la costola, per il colpo della cintura di sicurezza….Ma ne valeva la pena…

In quegli anni quello che amavo era ascoltare musica e correre…con la moto o con la macchina, non mi interessava…volevo correre!!!

Poi, come sempre nella vita, il destino ti indica qualcosa … ne bello, ne brutto è solo destino…
Prima ci fu un incidente in macchina…brutto, perché stupido… Non stavamo neppure correndo troppo … una stronzata tra amici!!!

Guidava Luca Tortuga…Eravamo su una vecchia citroen 2 cavalli , di quelle che non si ribaltano mai… ma quella sera si ribaltò…

Di colpo avevo la faccia piena di pezzi di vetro…di quelli piccoli, di quelli fatti per non far male… ma erano tanti… feci due capriole sulla statale…senza neppure capire come ero saltato fuori dalla capote…
In realtà eravamo in due a ruzzolare sulla Statale Vigevanese, Alfredo ed io.. erano gli anni ottanta e avevamo vent’anni…

Il mio amico era in licenza e io sarei partito poche settimane dopo per il 14° battaglione bersaglieri Sernaglia..”SECONDA COMPAGNIA PANTERE, NERI COME LA MORTE BELLI COME L’AMORE”….

Ma intanto, alle nove di sera di una domenica di luglio, ruzzolavamo tutti e due sulla Statale Vigevanese, che è sempre trafficata…. ma quella sera NO…Tutti salvi!!!
Erano salvi anche Rillo e Rullo, che su una vecchia AUDI 80 si erano ribaltai per tre volte, dopo averci tamponato…

Rullo, per lo spavento, non parlo per una settimana e poi parti per il reparto Cavalleria Voloire di stanza alla Perrucchetti… Rillo invece, che era bellissimo e poteva fare l’attore.., un mese dopo l’incidente si fermò per un anno alla fureria del ColMoschin Incursori Paracadutisti…

E pensare che volevamo solo andare a comprare le sigarette e poi in discoteca…ma il 2CV e L’audi si scontrarono sotto il ponte di Corsico… Non ci eravamo capiti…uno girò a destra e l’altro andò dritto…pooooommmm

In realtà non me ne resi conto subito, ma penso che quella notte, la notte dell’incidente, iniziai a capire che correre era bello… ma vivere, baciare e toccare due tette era meglio.

Ma il destino voleva proprio convincermi…che era meglio vivere che correre
L’indomani andai in officina, pulì le chiavi e gli attrezzi e poi il cesso alla turca… come sempre. Mancava solo una settimana alle vacanze.

Andai a bere il caffè, alla cascina Robarello, con un meccanico che aveva seguito il mondiale…
Era un po’ alcolizzato, ma per me era un mito… lui, tutte le mattine, mi raccontava delle storie e dei circuiti e mi faceva bere un grappino per scaldarci…diceva che in officina faceva freddo anche a luglio..
In realtà non sentivo tanto freddo, ma questa cosa del grappino mi faceva sentire un po’ più grande e un po’ più meccanico di “moto mondiale 500”…al tempo si chiamava così. Al tempo c’erano Luchinelli e Virginio Ferrari, che ogni tanto passava in officina, come i meccanici della bmw R80 della Parigi Dakar ed i carabinieri… tutti amici di Tony e Carlo.

Tony e Carlo, I miei Boss, gli uomini della Bimota, i collaudatori della metzeler…Imola, Monza, il misto stretto e la serravalle…

Io dopo il grappino tornai in officina… mi faceva male lo stomaco.. ma camminavo comunque dritto e con il petto gonfio…e che cazzo!!! un futuro meccanico della 500 mica si piega per un grappino e un incidente d’auto…

La vidi come tutte le mattine, lei era li in fondo all’officina.. una fantastica YAMAHA RD 250 BIANCA motore a due tempi. Impolverata, ma bellissima!!!!

Quella moto era di un tizio finito in galera per spaccio.. La doveva ritirare la sera prima dell’arresto..
La legge parlava chiaro, se dopo un anno dalla vendita e dalla riparazione non ritiri il mezzo e paghi il conto, la moto diventa proprietà dell’officina. E lui era in galera.

Questa cosa era scritta a caratteri cubitali anche su un cartello appeso sopra il bidone dell’olio di scarto..
Ma Tony e Carlo erano, e sono , due persone oneste, due signori… quindi passato un anno avevano chiamato la madre; e lui, dopo una settimana, aveva scritto una lettera dal carcere…

“Per favore vendete la moto… i soldi mi servono per l’avvocato e per mia figlia che ha pochi mesi..” lui aveva 19 anni e 8 da scontare… Io lo conoscevo, in quartiere era un mito…

Mi ricordo che una notte, anni prima, la gazzella dei carabinieri non era riuscita a fermarlo… eppure lui era alla guida di un “CIAO” della Piaggio, ma era un mago e andava in impennata anche in curva…Dietro lo inseguiva la gazzella guidata dal “Rosso”, Il maresciallo della caserma di via Copernico.

Il Rosso, lo conoscevamo tutti… non si faceva fregare facilmente… accettava la sfida e la sconfitta, ma gli piaceva anche vincere…

Il Rosso era un carabiniere di quelli veri.. con i controcazzi.. un baffo!!! Aveva rispetto per tutti, ma se poteva darti un calcio in culo lo faceva volentieri..

Lui sapeva e conosceva benissimo chi era alla guida di quel CIAO…ma non era riuscito a prenderlo e non andò certo a cercarlo a casa … Lo voleva fermare in strada….la sfida era per la prossima volta… CIAO 1 – ROSSO 0.

Una sfida che si ripeteva spesso, una volta vinceva il CIAO e una volta il ROSSO… sequestrava il motorino e poi lo restituiva per fare una nuova gara…era così la vita di quartiere...semplice
Quando anni dopo, il Rosso andò ad arrestarlo durante una grande operazione antidroga, di quelle che fanno vedere in TV, era dispiaciuto…

Sapeva che non era un cattivo ragazzo, che voleva solo un CIAO elaborato, qualche lira nel portafoglio e nulla più… Ma quella volta si era fatto fregare, per qualche deca di troppo… si era fatto convincere a nascondere della cocaina …

Il Rosso non poteva fare nulla…Lo fece salire in macchina e lo porto dove era destinato…Nessuno dei due disse nulla, nessuno parlò…il silenzio era l’unica cosa che poteva riscaldare il cuore.

Che belli gli inseguimenti in una notte di estate tra una gazzella e un CIAO della Piaggio elaborato.. Piangevano tutti e due, ma le lacrime non si vedevano…in quartiere non si piange!!!!

La YAMAHA RD 250 era sua, forse per questo la ammiravo tanto… e poi l’idea di guidare un due tempi mi affascinava… provare la potenza vera… senza freno motore..

Lei, io, la strada, la velocità e forse la morte…ma la morte non è nei pensieri di un vent’enne. Quindi lei, io e la strada…

Arrivo Tony mi guardo e disse… “Hai bevuto?, ti sei fatto una canna?”… Carlo insistette “hai gli occhi lucidi”…. Feci la faccia da duro e dissi “ Ho gli occhi chiari..non lucidi…e sono regolare, sono sul pezzo… cazzo tranquilli” …

Il meccanico un po’ alcolizzato intervenne…”Tranquilli il giovane è a posto”… Carlo e Tony si guardarono e dissero… “Se lo dici tu…siamo a cavallo”.

Tony mi guardò e con voce dura si rivolse a me “prendi l’RD e preparalo, lo vendiamo”…io mi girai presi la moto e la caricai su uno dei nostri banchi di lavoro, comincia a smontarla e pulirla… Prima la sella, poi il serbatoio, la testa, ecc. mettevo ogni vite in una differente latta di caffè… non volevo sbagliare al momento di rimontarla.

Rimasi in silenzio fino all’ora di pranzo. Dopo un panino alla mortadella e una birra calda, eravamo tutti seduti davanti alla macchinetta del caffè…

In quel momento trovai il coraggio… “a quanto?”.. “a quanto cosa?” chiese Carlo.. “a quanto vendete l’RD?”.. Tutti si misero a ridere.

Poi Tony mi guardo e disse “1.500.000 mila lire…” “ Ragazzino ti sei innamorato di una moto…?” e ricominciarono tutti a ridere.

Non dissi nulla…tornai al banco e finì di prepararla.. andai a casa e passai la serata a fare conti.. In tre mesi potevo farcela, magari mi avrebbero fatto uno sconto; sicuramente mi avrebbero fatto uno sconto.
Ma il tempo è bastardo!!! L’indomani si presentarono all’officina un ragazzo e il padre erano li per comprare la moto.. la mia moto.

Lui era felicissimo, il padre non tanto ma sicuramente aveva qualche strano senso di colpa…forse l’amante.. non so… ma stacco l’assegno.

Tony e Carlo erano, e sono , due persone oneste, due signori…

Tony prese l’assegno e sorrise, guardo Carlo e poi disse “forse è il caso di fare un giro di collaudo prima di consegnarla…” Carlo annui ..”Ragazzo prendi la moto, fai un giro e vedi se è tutto ok”.
Eccolo il secondo colpo del destino…trovare qualcosa di importante ed apprezzala perché sai che prima o poi la perderai… Goditi ogni singolo momento…e io avevo solo pochi minuti per stare con lei, con la mia YAMAHA RD 250 due tempi…

Con questo spirito salì in sella e lentamente mi allontanai sorridendo …con la mano feci il gesto dell’ok un pollice verso l’alto… velocità 30 km/ora.. “mi sembra perfetta”…dissi “ adesso vado a provare il telaio”…
Quella del telaio era una stronzata che faceva Carlo sulla tangenziale Ovest.. Tirava le moto che erano state messe in squadro dopo un incidente e quando superava i 200 km /ora lasciava il manubrio per provarne la stabilità…Non avevo nessuna intenzione di staccare le mani da lei…anzi se avessi potuto avrei guidato solo toccando il suo sinuoso serbatoio bianco…

Ma quando entrai in tangenziale… sulla Ovest, all’altezza di Lorenteggio in direzione Venezia…li fu il massimo….

Feci la rampa lentamente, sentivo quel rumore pastoso ma equilibrato… il motore voleva scattare… ma la rampa, io volevo farla lentamente…

Entrai in tangenziale apri il gas e lasciai velocemente la frizione….lei si alzo con tutta la sua potenza!!!! Il mio piede passava le marce…lei scendeva e si rialzava senza mai ritoccare l’asfalto.. Guardavamo ambedue il cielo… Poi torno a terra e li fu velocità pura… al tempo non si portava il casco ed io di capelli ne ho molti..
Arrivai allo svincolo tra la “Venezia” e la “Torino” in brevissimo tempo… riuscivo ad infilarmi tra le macchine con una facilità assurda… forse non ero io che guidavo ma lei…

Decisi di girare per Venezia…La staccata fu fenomenale, credo che si alzo la posteriore ma non ne sono sicuro… so che presi quella rampa in discesa a tutta velocità… la piega fu plastica e leggera…Volavo
In quella rampa, di solito, trovi i camion delle arance spagnole o i rappresentanti di salumi e valvole… tutti in coda… Ma io l’avevo presa al massimo della velocità e non c’era nessuno… a volte il destino è gentile…
Corsi fino a Viale Certosa…e poi capì e decisi che tutto era finito…Tornai in officina..

Sorridendo entrai nel parcheggio, a 30 km/ora, il pollice verso l’alto… dissi “Tutto OK!, freni e frizione rispondono” .

La caricarono tristemente su un carrello agganciato ad un camper e si allontanarono… io la guardavo, la tristezza induriva il mio cuore.

Tony si avvicino e mi disse “ Ragazzo, guarda che scopare è meglio”…. Io annuì, ma sinceramente dopo tanti anni non no sono proprio così convinto che Tony avesse ragione…l’amore è un’altra cosa..
oggi credo di più nelle parole di Forest Gump “Non sono intelligente, ma so cos’è l’amore”…

Mentre guardavo la mia moto allontanarsi, senti qualcosa di fastidioso nello zigomo sinistro… sembrava una specie di brufolo, invece era una piccola scheggia di vetro… mi era rimasta conficcata sotto la pelle dalla notte dell’incidente.

Con un gesto deciso levai la scheggia dallo zigomo. La guardai e di colpo mi resi conto che in meno di 48 ore avevo rischiato la vita due volte…mi senti un po’ stronzo..

Tornai a lavorare, andai in vacanza a Rimini e poi parti per il 14° Battaglione Bersaglieri Sernaglia “Seconda Compagnia Pantere Neri come la Morte Belli come l’amore”.

Dopo la naja lavorai ancora per qualche mese in officina, ma ormai la mia strada era un'altra avevo deciso di fare l’università..

In moto non sono più salito…certo ancora qualche volta ai tempi dell’officina… andavo a recuperare quei coglioni che compravano il Tenere e rimanevano fermi al semaforo, perché non sapevano accenderlo… Arrivavo con una moto presa tra quelle appena riparate….Davo il giusto colpo di piede, mi facevo dare 10.000 lire (5 euro di oggi) e tornavo in officina. Ma nulla più…non volevo più moto…come un amante ferito che finisce per odiare le donne… volevo solo starne lontano

Oggi, dopo oltre vent’anni quando vedo questi signori con il Tmax, l’infradito e i pinocchietti… o qualche commercialista o dirigentino pelato con la Harley che dice che gli piace il vento tra i capelli…o qualcuno con altre moto più o meno corsaiole…Oggi quando guardo le loro signore, signorine e amanti arrancate sul seggiolino.. non dico nulla. …ricordo solo la mia Yamaha RD 250 bianca…e quel giorno che potevo morire

Mentre tutti parlano e commentano… osservo la “posteriore” e altri due particolari che mi sono stati insegnati da Tony e Carlo per riconoscere i veri smanettoni.. poi sorrido e vado a bermi una birra… e penso “Minkia potevo ammazzarmi con quel cazzo di Yamaha RD 250… ma almeno quella era una moto!!! E che Moto!!!”

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